LE INTERVISTE DI SGANGA
A Sganga sul primo anno de L'Artiglio
A Luke sul primo anno de L'Artiglio
A Don Paolo sulla sua partenza
A Maurizio sulla sua esperienza a Sarabanda
A Sganga sul secondo anno de L'Artiglio
Il
mondo dei gruppi parrocchiali
Con questa rubrica ci poniamo l’arduo proposito di svelare ogni segreto (se mai l’avessero) dei gruppi parrocchiali.
Cominciamo con tre animatori che ancora non hanno ben capito cosa si debba fare. Ma a tempo debito state pur certi che si informeranno…ohhh, se si informeranno!
Sono un po’ emozionati Diego e Maurizio, forse più per l’intervista che per quello che li aspetta (forse); mentre Carlotta afferma di non avere tempo per certe cose…
M: “Avevo voglia” D: “All’inizio non avevo voglia, ma poi Don Paolo mi ha incastrato e convinto.” C: “Don Paolo. Ma in fondo penso che mi darà una certa soddisfazione”
Chi sarà l’animatore leader del gruppo? D: “Sarà difficile coordinarsi cercando di non prevaricare uno sull’altro”. M: “Penso che tra noi tre non ci saranno problemi” (coro di battute su questa frase da precampionato). C: “Tra noi l’intesa non è ancora del tutto completa. Ma siamo amici, andiamo d’accordo.” Li ringraziamo, ci ringraziano, se ne vanno contenti e felici: forse li abbiamo aiutati a fare un po’ di chiarezza nelle loro menti o forse non abbiamo fatto altro che annebbiarle ancora di più. Chi lo sa? Resta il fatto che hanno ancora molta strada da fare…ma anche tanta buona volontà. Torneremo a trovarli. Tra qualche tempo. Intanto l’appuntamento è tra un mese tra queste pagine sprizzanti di euforia ( che i tre amici le abbiano contagiate?).
Il
mondo dei gruppi parrocchiali
Puntata n°2
Eccoci
qua ancora una volta, ancora insieme per parlare di ciò che più ci sta a
cuore. No, questa non è una rubrica sportiva, bensì un’indagine sullo stato
dei gruppi parrocchiali e delle persone che li compongono.
Oggi vi proponiamo l’intervista a colui che si
può definire l’animatore simbolo della nostra Parrocchia e che tutta la
diocesi ci invidia: Mazza, al secolo Marco Mazzaglia.
1.
Quando hai iniziato ad animare?
“In
seconda superiore con l’oratorio, al secondo anno di università con i
gruppi”.
2.
Cosa è cambiato in questi anni? “La
struttura è sempre uguale. Forse adesso c’è un po’ più di partecipazione
attiva alle iniziative ACI”.
Come è stato il passaggio dall’oratorio al gruppo? “Non tanto traumatico, anche perché la maggior parte del gruppo veniva dall’oratorio e poi avevo già una storia di campi diocesani alle spalle. L’unico “problema” è stato l’aumento delle iniziative a cui bisognava partecipare”.
4.
Pensi che quello che hai fatto sia servito a qualcosa?
“Solo il futuro potrà dirlo. Sarà la singola
persona che potrà dire se l’esperienza che ha vissuto con me, anzi, col
Signore, è stata determinante”.
5.
Cosa ti ha dato l’animare?
“E’ stata
una delle esperienze determinanti della mia vita, che mi ha arricchito
tantissimo perché ho incontrato tante persone”.
6.
Lo rifaresti?
“ Ovvio!”
7.
Che rapporto hai avuto con le tue diverse partners di animazione?
“Nonostante i
caratteri molto diversi penso che il rapporto sia stato positivo, a partire da
Roberta, con la quale ci compensavamo (lei ci sapeva fare con i genitori). Poi
con Anna, Margherita e Cristina è stato molto bello: un educatore non può
chiedere di più”.
8.
Come vedi il tuo futuro in questo campo?
“In parrocchia col gruppo giovani e
magari in ambito diocesano continuerò il discorso di animatore coi
giovanissimi”.
9.
Che consiglio daresti ai tre neoanimatori del gruppo di II media?
“Non
perdersi mai d’animo anche se ci sono pasticci e a volte pensi che il gruppo
non serva a niente”.
Non so cosa ne pensiate voi, ma io sono senza parole.
8 domande di Sganga a Don Paolo
1. Per quale aspetto ricorderai questo
Giubileo?
Soprattutto per la gente che si è confessata:
alcuni erano decenni che non si accostavano più a un confessionale,
altri avevano dei pesi sulla coscienza che si trascinavano da anni e,
finalmente, si sono lasciati perdonare dal Signore.
2. Se potessi tornare a un anno fa: cosa
cambieresti? Cosa lasceresti? Perché?
Cambierei il mio modo di vivere il Giubileo:
penserei di più a come viverlo bene io, prima di volerlo insegnare agli altri,
perché mi convinco sempre di più che le cose che riesco di più a trasmettere
sono quelle che faccio io per primo. Lascerei la possibilità eccezionale di
avere numerosi confessori a disposizione, com’è capitato per
l’ostensione della Sindone, perché è lì che ho visto i frutti migliori del
Giubileo.
3. Ti aspettavi le folle oceaniche? Perché?
Mi aspettavo le masse di pellegrini a Roma,
perché immaginavo che molti cattolici, in Italia e nel mondo, avrebbero
approfittato del duemila per fare il pellegrinaggio alla porta santa. Ma non
avrei detto che i giovani, col papa
a Tor Vergata, avrebbero raggiunto i due milioni: è stato davvero
impressionante. Mi spettavo più gente a Torino per l’ostensione della
Sindone, sulla scorta di come era andata nel 1998: ma a soli due anni di
distanza, non era realistico aspettarsi di più.
. Tra fede
e superstizione: che cosa avrà prevalso?
La fede, anche se vissuta a diversi livelli di
maturità.
Il Giubileo è stata un’occasione straordinaria proposta a tutti per mettere
al centro della nostra vita Gesù. Ciascuno l’ha fatto con la profondità di
cui è capace all’interno del proprio cammino di fede.
5.
Cosa ne pensi di questo papa molte volte “star”?
Le “stars” diventano tali, volenti o nolenti, per
l’attenzione che i mass-media riservano loro. Ma ciò che sta a cuore al
Papa non è essere una “star”, bensì comunicare il vangelo di Gesù.
I giovani della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma lo possono
testimoniare: il papa ci ha sempre parlato del Signore; anche quando ha
raccontato la sua esperienza personale, lo ha fatto per indicarci la via
dell’incontro col Cristo. Trovo emblematico che, concluso il Giubileo il
giorno prima, domenica 7 gennaio il papa non abbia voluta la diretta televisiva
della celebrazione dei battesimi che tutti gli anni fa in occasione della festa
del battesimo di Gesù.
6.
Cosa diresti a quelli che considerano il Giubileo come un grande marketing di
santini e indulgenze?
Per ciò che riguarda santini e affini, hanno
ragione nel denunciare le esagerazioni e inevitabili speculazioni, ma hanno
torto marcio nel liquidare con un facile luogo comune un fenomeno spirituale di
così grande portata come il Giubileo. Per le indulgenze, ricordo che, a
differenza dei tempi di Lutero, non sono legate ad alcuna prestazione economica,
ma soltanto a esigenze e segni di tipo spirituale (pellegrinaggio, preghiera,
Riconciliazione e Messa). Sempre dal punto di vista spirituale, è vera la
preoccupazione che il Giubileo non si riduca a lucrare formalmente le
indulgenze, trascurando la realtà che dà loro valore: la potenza radicale del
perdono di Dio Padre, che ci spinge a cambiare vita secondo il vangelo.
In questi giorni è tanto pubblicizzato il
grande festival religioso indiano: in che rapporto lo collochi rispetto al
nostro Giubileo? Come lo giudichi?
Dalle poche cose che ho letto e visto in televisione,
non c’è nessun rapporto diretto col nostro Giubileo: d’altronde,
parliamo di una religione molto diversa dalla nostra. Mi sembra ci siano dei
rimandi indiretti nel fatto che si celebra con una scadenza non frequente (ogni
dodici anni; il Giubileo ogni venticinque) e nel fatto che, ricordando un gesto
di benevolenza divina, inviti gli indù a bagnarsi nelle acque come segno di
purificazione della propria vita (può richiamare, mutatis mutandis, alcuni
aspetti del Giubileo, come la misericordia del Signore e l’invito al
pentimento e alla conversione). Non mi permetto di giudicarlo, perché non lo
conosco; l’impressione è che si tratti di un sano gesto religioso, che chiede
di essere compiuto con sincerità.
8. Ritorno alla vita normale; un consiglio per
tutti.
Quello che ha dato il nostro arcivescovo Severino
POLETTO alla
Messa di chiusura del Giubileo torinese, cioè far diventare un tesoro
permanente tre doni particolari che il Giubileo ci ha offerto: devono
continuare il nostro cammino verso la salvezza (il pellegrinaggio), il
nostro incontrare Gesù (la Porta Santa) e il fascino della
riconciliazione (l’indulgenza).
Dopo le gozzoviglie del dopoMusicAssieme:
10 domande di Sganga a Luca de Chiara
1.
perché hai partecipato a MusicAssieme?
Perché partecipo già da due anni
2.
perché hai cantato quella canzone?(time
of your life, ndr)
l’avevo scelta perché sapevo suonarla, ma non riuscivo ad andare a
tempo con gli altri, così non l’ho suonata, ma ormai avevo scelto quella.
3.
perché hai questo nuovo taglio di capelli?
Quando venerdì abbiamo fatto le prove, mi hanno dato del Carmen Consoli
e del Ringo Star, così mi sono rapato. Anche per sentire la brezza marina sulla
pelle della testa.
4.
tieni molto alla tua immagine?
Non credo, anche perché, da quando mi chiamano President, io stesso ho
perso molta stima di me stesso.
5.
Ti sembra di cantare bene?
Ma…non lo so, io non mi sento quando canto.
6.
Che cosa pensi dei tuoi avversari che hanno perso?
Penso che avrebbero maritato di vincere. Credo ci sia stata una grande
competizione…dal punto di vista qualitativo.
7.
suoni qualche strumento?
La chitarra.
8.
pensi che parteciperai anche il prossimo anno?
Penso di sì.
9.
cosa hai provato nel momento in cui hai saputo di aver vinto?
Sono
stato contento. Ho ripensato subito a quello che avevano detto Stefano e
Maurizio (rispettivamente il tastierista ed il chitarrista della band di
appoggio, ndr): “Se tu suoni questa canzone non vinci di sicuro!”
10.
a
chi dedichi questa vittoria?
Non ho la presunzione di dedicarla a nessuno, ma la dedico a L’Artiglio
e a quelli che mi hanno detto di non suonare.
10 domande di
Sganga a Emanuele C.
1.
Da quanti anni fai servizio in parrocchia?Perché?
Sono ormai quasi sette anni. Perché credo che la
parrocchia sia non solo un posto dove trovare amici con cui crescere e
divertirsi, ma anche un luogo dove mettere a disposizione della comunità il
proprio tempo, la propria voglia di fare e le proprie capacità… Di voglia ne
ho tanta, di tempo cerco di averne, sulle capacità… faccio del mio meglio e
lascio il giudizio agli altri!
2.
Come hai incominciato?
Ma, più o meno come quasi tutti… Un po' di
servizio all'interno del gruppo, quando ancora esisteva il gruppo di noi
cariatidi. Poi un annetto di oratorio, ma la passione (perché è così, mi
appassiona!) per la liturgia si è fatta sentire e sono passato al Grulli… e
da lì ho continuato, occupandomi soprattutto di liturgia come faccio tuttora:
è la mia principale attività, anche se non l'unica… ogni tanto mi occupo
anche di altre cose
3.
Ti è mai venuto in mente di smettere? Perché?
Ma, guarda, la voglia di smettere viene sempre,
ciclicamente, quando si è più stanchi o ci si demoralizza un po', e questo
credo capiti a tutti, qualsiasi sia il servizio che si fa. Certo, ogni tanto ho
l'impressione di fare qualcosa che alcuni non considerano importante quanto lo
considero io… Ma in realtà poi questo mi sprona solo a darci ancora più
dentro, con la speranza di riuscire a trasmettere qualcosa. Sinceramente, non
credo molto al discorso dell'età, quello per cui a un certo punto si è troppo
vecchi per fare servizio in parrocchia: semmai, è il tempo che comincia a
scarseggiare. Fermo restando il fatto che se / quando qualche giovane virgulto
si fa avanti per fare al posto mio cerco molto volentieri di lasciare spazio,
perché credo che molte esperienze siano parecchio formative…
4.
Come ti immagini il futuro? Perché?
Ma, guarda… Una persona una volta mi ha detto una
frase che trovo molto bella: "Vivi ogni momento, fai ogni cosa come se
fosse non l'ultima, come solitamente si dice, ma l'unica!" Quindi non penso
moltissimo al futuro, se non per quello stretto indispensabile che serve a
prepararsi la vita (studio che poi diventa lavoro, per intenderci).
Cambieresti
qualcosa nel mondo? Perché?
Sei peggio di Marzullo! Credo che tutti cambieremmo
qualcosa nel mondo. Con tutto quello che non va… ricchezza male distribuita,
guerre, razzismo… Ti dico una cosa che credo cambierebbe il mondo:
personalmente mi piacerebbe che ci fosse più coraggio e meno ipocrisia nei
rapporti tra le persone… Credo che oggi si abbia troppa paura di manifestare i
propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri valori. Ma non sono proprio
queste le cose più importanti e più belle di una persona?
6.
Cambieresti qualcosa in
parrocchia? Perché?
Beh…
la parrocchia fa parte del mondo, no?
7.
Che musica ascolti? Perché?
Finalmente una domanda meno complicata! Beh, guarda,
ho gusti un po' vecchiotti: Baglioni, Battisti (prima che abbandonasse Mogol!),
De Andrè, Beatles, Sting, Ruggeri… Non mi piace molto la musica
contemporanea, soprattutto quella da discoteca, anche se poi ascolto un po' di
tutto…
8.
Ti arrabbi spesso? Perché?
Guarda, questa domanda mi fa veramente piacere! Ho la
nomea di essere uno che si arrabbia sempre, che brontola… Che io sovente
brontoli peggio di una pentola di fagioli, è vero, così come è vero che ho un
carattere non certo dei più facili. Ma ti posso assicurare che è molto molto
raro che io mi arrabbi veramente; purtroppo sono molto "trasparente",
nel senso che non sono molto capace a mascherare quello che provo, quindi quando
qualcosa mi gira male si vede lontano un miglio, e me ne dispiace, perché poi
sembra che ce l'abbia col mondo intero, quando non è assolutamente così!
Comunque, conoscere i propri difetti significa essere a metà strada per
combatterli, e io su questo ci lavoro quotidianamente…
9.
Ti piacerebbe diventare padrone del mondo? Perché?
Per
carità… E poi che me ne faccio?
10.
Credi
che le precedenti domande abbiano una connessione logica? Perché?
Ti
dirò, non saprei spiegare il perché, ma rispetto alle tue precedenti
interviste, mi sembra che questa abbia una certa logica. Stavo infatti
preoccupandomi: va tutto bene, Sganga?
N°8 giugno 2001
10 domande telefoniche di Sganga a Sganga
1.
Come stai?
Abbastanza bene, grazie.
2.
Perché l’hai fatto?
Fatto cosa?
3.
Perché hai deciso di “creare” L’Artiglio?
Essenzialmente
perché non avevo di meglio da fare nel tempo libero, ma, a parte questo, perché
sono contrario ai monopòli: bisogna creare delle alternative perché le persone
possano scegliere cosa leggere. Solo così si può sperare di crescere e
migliorarsi.
4.
Te la senti di tracciare un bilancio dopo un anno di “vita”?
Credo che
a questa domanda possa esaurientemente rispondere la nota di redazione in
seconda pagina: abbiamo mantenuto le nostre aspettative.
Progetti per il futuro de L’Artiglio?
Certamente quest’anno abbiamo cercato di valutare
le nostre capacità e affinare le tecniche anche tentando qualche sbocco di
serietà. Per l’anno che verrà abbiamo già in cantiere proposte interessanti
di cui già abbiamo dato avvisaglie sullo speciale di maggio. Certamente non
deluderemo i più goliardici fra i nostri lettori, ma, al contempo, offriremo
spunti per riflessioni non da poco.
5.
Pensi che qualcuno legga L’Artiglio?
Io lo faccio molto volentieri.
6.
Pensi che qualcuno apprezzi le vignette?
Diciamo
pure che all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà, ma penso che ci siano
stati dei progressi visibili. Non per vantarmene, ma penso che “Marcella la
bidella” potrà avere “successo” se ci lavoreremo un po’ intensamente.
7.
Com’è il tuo rapporto con gli altri della redazione?
Ci scherziamo a vicenda e ci mandiamo insulti in
continuazione…ovviamente scherzo: la nostra è una amicizia che va affinandosi
nel tempo, penso.
8.
Vi ha mai scritto qualcuno?
Devo con orgoglio ammettere di sì, una sola persona
(dovutamente ricordata nei ringraziamenti), ma con un grande cuore, certamente.
9.
Fatti una domanda e risponditi.
Vai al
concerto di Baglioni l’11 giugno?
Sfortunatamente non ho trovato più biglietti, ma se qualcuno dei lettori
avesse ammanicamenti mi può sempre contattare. Il nostro indirizzo l’avete.
Grazie
Prego
10 domande di Sganga a Luca de Chiara
1.
Cosa hai regalato ad Artiglio per il suo primo compleanno?
Una cravatta
e un calzino.
2.
Cosa ti ha spinto a creare L’Artiglio?
Mi ha spinto l’amore per la verità che fino al 9 giugno 200 (data
creazione Artiglio, ndr) era stato offuscato dalla sete di business della
già presente pubblicazione parrocchiale.
3.
Pensi che piacciano i tuoi disegni?
A me piacciono e dopo alcuni buchi nell’acqua come chaud e froid ed il
pupazzo Artiglio è giunto il meritato successo con marcella la bidella.
4.
Ti senti più Luke o President?
Più Luke
5.
Ti hanno mai fermato chiedendoti lo scalpo?
No, mi ha fermato alla stazione l’antidroga e chiaramente sono
risultato negativo ai test.
6.
Preferisci cantare o disegnare?
Tutti e due, però preferisco suonare più che cantare, più che altro mi
piace la musica in generale.
7.
Pensi che abbiano senso duo “giornali” parrocchiali?
No, per questo è nato L’Artiglio.
8.
Ti sei impegnato molto quest’anno per L’Artiglio?
In realtà no, ho curato solo la parte delle vignette senza grossi
risultati se non per marcella la bidella.
9.
E’ vero che sei un specialista del fumetto?
Si, sono anche iscritto alla Anonima fumetti (associazione nazionale
professionisti del fumetto).
10.
Cosa
auguri a L’Artiglio per il prossimo anno?
Di…come dire… gli auguro di avere più disegni fatti da me e
soprattutto spero in più rubriche curate da nuovi collaboratori.
N°9, ottobre 2001
10 DOMANDE DI SGANGA A DON UGO
Benvenuto
alla Crocetta!
1.
Da quale Parrocchia arrivi?
-
Arrivo dalla parrocchia SAN GIOACCHINO, corso Giulio Cesare 10 bis, Torino, tel.
011 - 436.58.31, fax 011 - 436.28.46, appena dietro Porta Palazzo
2.
Avevi già sentito parlare della Crocetta?Come?
-
Avevo già sentito parlare della Crocetta, in genere parlandone con
qualcuno, e ci ero già stato per alcuni momenti di preghiera diocesani.
3.
Com’è la tua prima impressione?
-
La mia prima impressione è stata ipressionata dal tavolo dell'ufficio del vice
parroco.
4.
Com’è stato dovertene andare dalla tua vecchia Parrocchia?
-
No comment.
5.
Secondo te, è calzante il paragone tra un sacerdote ed un allenatore di
calcio?Perché?
-
La scorsa settimana ho comprato al supermercato dei calzini neri di cotone:
penso che càlzino meglio questi calzini che il paragone tra sacerdote e
allenatore di calcio.
6.
Suoni qualche strumento musicale?
-
Strimpello la chitarra, suono molto meglio il campanello.
7.
Hai mai frequentato gli scout?Perché?
-
Ho fatto finta di frequentare gli scout quando avevo 7 anni e solo per qull'anno:
ci andavano dei miei amici.
8.
Hai un soprannome?
-
...in ogni caso, mi guarderei bene dal dirlo...
9.
Sai giocare a calcio? In quale ruolo?
-
Gioco a calcio nel ruolo di "scarso".
10.
Un tuo
pensiero per noi…
-
Nella vita, bisogna sempre guardare la palla in alto.
[
Suggerimento di Sganga:facendo
attenzione alle spinte da tergo]
10
DOMANDE DI SGANGA A DON PAOLO
1. Ti
aspettavi di essere trasferito? Perché?
Non
mi spettavo di essere trasferito, perché, quando me l’hanno chiesto (mercoledì
29 agosto), l’estate era quasi finita e, quindi, pensavo che, almeno per
quest’anno, avessero ormai deciso di lasciarmi alla Crocetta. E invece…
2. Ti
ricordi cosa hai provato la prima volta alla Crocetta?
La
prima volta che ho detto Messa la domenica alle 10,00 ero molto emozionato e
timoroso del giudizio dei parrocchiani, soprattutto dei giovani. Tant’è che,
senza accorgermene, feci saltare il Credo e mi venne un po’ di raucedine, al
punto che a fatica riuscì a dire la preghiera eucaristica.
Insomma,
l’emozione e la paura di sbagliare erano i sentimenti dominanti…
3. Le tue aspettative si sono avverate o no?
Alcune
sì, alcune no. Ma ciò che è più vero è che ho dovuto imparare che le
aspettative di Dio sono diverse dalle mie e, soprattutto, che le sue sono
decisamente più importanti.
4. Ti
lasciamo un buon ricordo?
Eh!
La prima parrocchia non si scorda mai… Sì, in generale me ne vado con un buon
ricordo di voi: certo, nessuno è perfetto, ma abbiamo condiviso non poche cose
insieme che, almeno un po’, ci hanno dato la possibilità di crescere.
5. Ti
ricorderai di noi?
Che
domanda: certo che mi ricorderò di voi! Spero di non farlo, però, con
tristezza e malinconia, ma con gratitudine per quello che, qui, il Signore ci ha
regalato.
6. Come
pensi sarà la tua nuova Parrocchia?
Meglio
organizzata, più frequentata dai giovani, con più persone disponibili al
servizio, finalmente con ben due - non dico cori -, ma corali! (una composta da
giovani intonati e una da adulti), ecc. Insomma, una parrocchia per cui
valga la pena lasciare la Crocetta (non so se mi spiego…).
7.
Potremmo venire a trovarti?
Sì,
ma solo in orario d’ufficio e su appuntamento.
8. Pensi
che sarà difficile fare il parroco?
Sì,
molto. Ma so che il segreto per farcela sta nella preghiera, nella fede e
nell’umiltà di saper ascoltare, saper molto ascoltare le persone.
9.
Diventerai Papa?
Può
darsi, comunque non in un futuro troppo prossimo, perché ho già altri
progetti.
10. Un
pensiero per noi….
Tutti
sono utili, ma l’unico indispensabile è Gesù Cristo: gli amici che ci
aiutano a credere nel suo Vangelo e a metterlo in pratica, rimangono amici per
sempre, come Lui rimane per sempre.
10 DOMANDE AD ANNA
Mi sento un po’ commossa e un po’ preoccupata…ma la presenza in consiglio parrocchiale di alcuni loschi figuri di mia conoscenza mi ha incoraggiato ad avanzare la candidatura…
Credo che l’ex presidente abbia un carisma difficilmente emulabile da chiunque…quindi, citando il nostro esimio ex vice parroco…io vengo semplicemente “dopo”
Bè sì …innanzitutto perché si tratta solo di continuare in una direzione già tracciata, e poi perché fare l’Ac è sempre più facile che non spiegarla…
Stamattina ho fatto tre colazioni: a casa ( h 6.10) …cornflakes e latte freddo, poi a Porta Susa ( h 6.40)… brioche alla marmellata, e infine a Milano ( h 9.10) con un cappuccino.
Riuscire a non trasformare la parrocchia e tutto quello che le è collegato in un ufficio “complicazione affari semplici”…lavoreremo in questa direzione…chiaro vero?!?!
Come dicevo è la loro presenza che mi ha spinto a candidarmi…in realtà ( ma non dirlo a nessuno) saranno loro a fare tutto il lavoro, io mi limiterò a coordinarli!
Ad comprare l’abbonamento al teatro Stabile usufruendo dello sconto “Associazioni” (…il che vuole dire un risparmio di £40.000), a ricevere la Stampa associativa, e ad un altro numero di cose di minore importanza…
Devo confessare che ho aderito per la prima volta in seconda elementare…ed ero all’oscuro delle reali conseguenze di quel gesto!
Bè spero di sì…mi sono fatta molti amici…e credo anche qualche nemico…ma questa è un’altra storia.
Sì. Per amare il cinema bisogna conoscerlo…e per questo consiglio a tutti, aderenti e non, la frequenza del ciclo di film “guerra e pace”, in programmazione nella sala polivalente della nostra parrocchia!
Ma, diciamo bene… , non sono andato proprio in giro per Roma con la maglia del Toro gridando “Vengo da Torino e tifo per i granata” (anche se Emilio l’avrebbe fatto); però ho incontrato un gruppo di romanisti in treno che mi ha subito accolto bene già solo per il fatto di non essere un gobbettino. Hanno per giunta riconosciuto il fatto che il TORO avesse rischiato di pareggiare meritatamente negli ultimi minuti (accidenti a Galante). Ancora più divertente è stato lo scambio di opinioni con l’autista dell’albergo che ci portava negli studi, un tipico romanaccio, che mi pregava (come se io avessi un’influenza particolare sul nostro squadrone) solamente di battere la Lazio tre settimane dopo (Lucarelli gol -e che gol!!!-, Torino Lazio 1-0 tanto per la cronaca).
No, anzi mort… loro (espressione tipicamente romanesca, tanto per restare in tema). Mi sono ritrovato con 5 euro di spese extra perché Denghiu ogni sera si faceva portare uno schifo di dolce (non mi chiedete quale sia, l’ho assaggiato una volta ed ho rischiato di morire: dicevano che ci fossero gorgonzola aglio e cipolle, ma la ricetta è sempre rimasta segreta, per fortuna a buon dire L). Comunque, per buona pace di mio padre, aspetterò che nel giro di soli sei mesi mi risarciscano il viaggio…
No, però porta il panciotto, si fa truccare in modo che non si vedano le fossette (ah ah) ed ha una gran bella faccia da… “bravo ragazzo”.
Il mio albergo non era proprio a Roma, era a Bagni di Tivoli una specie di paesino grande quanto Ceres con tutte le frazioni (ridente località nelle Valli di LanzoJ), ma un sacco bbello e con tanta ggente. Una sera siamo andati in un Pub gestito da una rumena, dove si sentiva musica rumena, si servivano specialità rumene: unico problema la conversione in euro ed il pagamento: si erano dimenticati di andare a chiedere il kit per commercianti e non riuscivano a dare resti; così chi non aveva i soldi giusti se ne è andato via senza pagare…
In realtà era un’ottima opportunità per promuovere il mio primo singolo: una cover per l’appunto della celebre canzone di Fausto Leali cantata sulla base di “Italia” di Mino Reitano: la troverete nei migliori negozi di musica nelle prossime settimane a prezzo ridotto se dite che siete amici di Maurizio. Era tutto fatto apposta, anch’io devo sfruttare tutte le mie apparizioni televisive per promuovere i miei lavori…
Sì, e quando le ho detto che non ero d’accooooooooorrrrrdooooooooo con quello che lei faceva ha deciso di cambiare vita, ma poi è arrivata la guardia di finanza e non ha voluto credere alla sua conversione ed a quella del genio del male (il vero organizzatore di tutta questa truffa)
7. E i Simpson?
Quando ho visto un uomo con un cappotto di pelle rosso scuro ho detto: “Quell’idiota non può essere che Bart”… dimenticavo che al mondo c’è anche Papi
8. E’ vero che le vallette sono tutte siliconate?
Qualcuna sarà anche siliconata, comunque…
9. Ci hai provato con Denghiu?
Ho messo da parte qualsiasi tentazione quando ho assaggiato il dolce di cui sopra…
10. Perché non hai invocato Medioman?
Perché aiuta solo le vedove e mi sta anche abbastanza sulle…. L’unica che mi avrebbe potuto aiutare sarebbe stata l’onorevole (???…!!! L) Letizia Moratti, che avrebbe potuto cambiare il ciclo delle mie canzoni con quelle di Denghiu)
11. E’ vero che Papi faceva gesti sconci? Perché?
La simpatia di quell’uomo è qualcosa di sottilissimo ed impenetrabile… Mi fanno pena la moglie e la figlia, con un uomo così maturo.
12. Meglio vincere il montepremi o uscire con le vallette?
Ma dallo studio sono uscito con le vallette, quindi mi manca solo il montepremi…
13. Perché non ci hai salutati? (se vuoi puoi farlo adesso)
Ma siete voi che non avete notato che sull’ormai celeberrimo maglione che Papi mi voleva far togliere c’erano scritti i nomi di tutti quanti voi, degli animati e dei miei compagni di università, ecco perché non lo volevo togliere!
Comunque… un saluto da tutti quanti da Maurizio e… le vallette (dovevo pur portarmi un ricordino a casa, no?)
Beh...
pur non essendo un soprannome... è un nome che nella storia ha subito alcune
diverse inflessioni, a seconda di chi lo pronunciava... gli amici Guido e
Federico, per esempio, anni fa sono arrivati a scandirlo faticosamente
protaendo l’emissione della voce per alcuni minuti (non è possibile la
trascrizione per iscritto! Chi non ha mai avuto il piacere di sentirli... potrà
apprezzare un assaggio chiedendo loro una breve dimostrazione), mentre Grisù in
modo sintetico mi chiamava Pioë; per un po’ di anni, invece, le lettere che
annunciavano il gruppo educatori piuttosto che un’assemblea di AC mi venivano
recapitate alternativamente con l’intestazione Pieura, Piöura, Pierina, a
seconda di chi le mandava, ed attualmente c’è chi prosegue a chiamarmi con
queste varianti o azzarda innovativi nomignoli... il più recente dei quali è
Piccolo diesel!
Curioso!!!
Ringrazio
Emanuela Locatelli che ha coniato questo ritornello a un campo giovanissimi
-forse il primo in cui davo una mano in cucina- e che ancora oggi a distanza di
anni, continua ad essere in auge. Personalmente non apprezzo molto
l’abbinamento culinario salato-dolce... sono della serie “W l’insalata”!
Continuo
a lavorare per l’agenzia di servizi editoriali che mi aveva affidato le
traduzioni per la DeAgostini su auto d’epoca e sportive... ma ahimè (!?!), la
consegna risale a un annetto fa... e ormai ho rimosso tutte le notizie tecniche
su macchine di cui a stento ricordo il nome: DeTomaso Longchamp, Kieft Roadster,
Peugeot 404 Cabriolet, Bugatti Type 51, Cisitalia 202...
Geniale come definizione!!! Ebbene
sì, l’ “addestramento” per lo scialpinismo è lungo: ho iniziato, dopo
entusiasmanti uscite a carattere famigliare, con un corso del Cai Uget una
decina di anni fa, ed ora continuo... anche con un’altra associazione, la
Giovane Montagna (tra l’altro cara al nostro Pier Giorgio Frassati che ne era
fervente socio!). In inverno e primavera facciamo gite di scialpinismo (per
intenderci si sale con le pelli di foca sotto gli sci e poi si scende per i
pendii sulla neve fresca, non battuta dai gatti delle nevi!) e poi verso
giugno-luglio, quando siamo sufficientemente allenati, andiamo sempre più in
alto... in cordata, verso i ghiacciai... toccando e ogni tanto sorpassando di un
po’ qualche 4000 delle nostre Alpi!!!
Semplicemente
perchè ho una decisa passione per la montagna, non importa in quale stagione ci
si trovi, e per il movimento all’aria aperta in generale... (w la bicicletta
dai monti al mare!!!). Componenti essenziali per andare in montagna “da
sambernardo”, come piace a me... oltre al cicchetto sono: andarci in
compagnia, in sicurezza (per quanto si può), con calma, studiando bene i
percorsi, e poi... come suggerisce una nota preghiera, apprezzare e
ringraziare il Signore per...
“le gioie, che riceviamo dalle montagne,
per
la fatica che è scuola,
per
la soddisfazione che si ha quando si raggiunge la cima,
per
quel senso di contemplazione che prende poi a guardarsi intorno,
e
a sprofondare nell’orizzonte”,
facendo
bene attenzione che
“la montagna non diventi un altro possibile momento di egoismo
e che la cordialità, l’amicizia e la disponibilità
che
in montagna diventano un fatto spontaneo, lo siano nella vita quotidiana”!!!
Credo
fermamente che una sana e spontanea risata non solo faccia bene, ma che sia
proprio vitale! E se non è sempre il caso di una risata, stessa cosa vale per
il sorriso! Tutto in questo campo è terapeutico... per te (ogni tanto è bene
sapersi fare una risata anche da soli!), e sopratutto per chi hai di fronte.
Perchè rasserena, carica,
eventualmente scarica, e prontamente (l’effetto è davvero immediato!) fa
sentire in sintonia con gli altri e vedere tutto più chiaro, piacevole e
luminoso!
Spesso,
mi sembra una parola un po’ forte... ogni tanto mi sembra più appropriato.
Che dire? Il mondo è bello perchè è vario!
Beh, perchè... non si finisce mai di crescere! E farlo anche e ancora in parrocchia... ha un “gusto” tutto particolare...
10 DOMANDE DI SGANGA A SGANGA
intervista
effettuata tramite videoconferenza
Devo ammettere che è stato faticoso, ma è un traguardo ragguardevole, anche se, certo, non mi sento arrivato. Anzi, ciò che abbiamo fatto fino ad adesso e le reazioni ottenute sono uno stimolo per andare avanti e migliorarci sempre. Sono contento!
Penso che altrimenti non avrei nemmeno iniziato…di solito faccio progetti a lunga scadenza.
E’ certamente cambiato molto, a partire dal numero dei membri della redazione e dei collaboratori. E’ molto positivo il fatto che ci siamo ampliati, anche se non ancora abbastanza. D’altra parte, però, sono rimasti invariati i valori di partenza.
Sarei tentato di dire che va tutto alla grande…in realtà quello che va veramente bene è l’affiatamento del gruppo di redazione. Credo che sia molto importante.
Certe volte si fa un po’ fatica ad organizzare il lavoro, altre volte la stampa non viene poi così bene…a dirla tutta, ultimamente, si sono sviluppate pericolose tendenze calciofile all’interno della redazione stessa, cercherò di evitare il peggio!
Dato che non mi sono mai piaciuti gli ignavi lo credo indispensabile, ma solo in modo da non offendere nessuno e soprattutto resterà indifferente su temi futili (almeno a livello di collettivo), mentre, come al solito, senza toccare la politica, cercherà di far ragionare i suoi lettori sugli aspetti più vari della vita di tutti i giorni e sullo spazio di infinito che ci sta attorno.
Quelle intelligenti fanno bene, le altre ti feriscono e ti lasciano deluso. Comunque in entrambi i casi qualcuno ha letto ciò che scriviamo: è importante!
Se veramente vuoi saperlo, ciò che non scorderò mai…oops, me lo sono dimenticato!
Non c’è dubbio che chiederei una stamperia, ormai da tempo immemorabile in cima alla lista degli acquisti da fare se qualche anima generosa vorrà offrirci un’eredità milionaria.
Volendo trovare qualcosa del mare stando in montagna, potresti sempre comprare delle diapositive al plastico siliconato di dinamite incandescente e fonduta al cioccolato…