LE INTERVISTE DI SGANGA

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A Diego, Maurizio e Carlotta

A Mazza                                                                        

A Don Paolo sul Giubileo

A Luca  su Musicassieme

A Emanuele C.

intervista telefonica con videotelefono, n°8A Sganga sul primo anno de L'Artiglio

n°8A Luke sul primo anno de L'Artiglio

n°9 ottobre 2001A Don Ugo sul suo arrivo

n°9A Don Paolo sulla sua partenza

n°10Ad Anna sul suo neo-incarico

n°11A Maurizio sulla sua esperienza a Sarabanda

n°13A Piera su Piera

n°16A Sganga sul secondo anno de L'Artiglio

 

N°2 ottobre 2000

ESPLORANDO                                                   torna sopra

Il mondo dei gruppi parrocchiali

Puntata n° 1

 

Con questa rubrica ci poniamo l’arduo proposito di svelare ogni segreto (se mai l’avessero) dei gruppi parrocchiali.

Cominciamo con tre animatori che ancora non hanno ben capito cosa si debba fare. Ma a tempo debito state pur certi che si informeranno…ohhh, se si informeranno!

Sono un po’ emozionati Diego e Maurizio, forse più per l’intervista che per quello che li aspetta (forse); mentre Carlotta afferma di non avere tempo per certe cose…

 

  1. Chi ve lo ha fatto fare?

M: “Avevo voglia”                                                                                      D: “All’inizio non avevo voglia, ma poi Don Paolo mi ha incastrato e convinto.”                                                                                C: “Don Paolo. Ma in fondo penso che mi darà una certa soddisfazione”

  1. Pensate che quello che farete servirà a qualcosa?                      C: “Sì!”                                                                                    Diego e Maurizio si perdono in particolari, ma in definitiva hanno intenzione di rispondere “sì” anche loro.
  2. L’avreste mai detto? (che sareste diventati animatori)           C: “No!”                                                                             D: “No!”                                                                             M: “No, perché quando ero bambino mi chiedevo se sarei cresciuto. E quindi no!”
  1. Qual è il vostro ideale di animatore?                                          M: “Non Mazza!” (ridendo)                                                      D: “Non Mazza!” (ridendo)                                                       C: “Cristina Iori e Luca Zippi. Perché erano i miei animatori e mi sono sempre trovata bene con loro”.                                    M: “Vorrei essere uno che sa ascoltare e divertire”. D:      “Io ho un progetto di animatore alternativo, che cerchi di essere             amico dei ragazzi. Vorrei dare al tutto un tocco di mio”.

Chi sarà l’animatore leader del gruppo?                          D:  “Sarà difficile coordinarsi cercando di non prevaricare uno sull’altro”.                                           M: “Penso che tra noi tre non ci saranno problemi” (coro di battute su questa frase da precampionato).                 C: “Tra noi l’intesa non è ancora del tutto completa. Ma siamo amici, andiamo d’accordo.”                                                                                                                       Li ringraziamo, ci ringraziano, se ne vanno contenti e felici: forse li abbiamo aiutati a fare un po’ di chiarezza nelle loro menti o forse non abbiamo fatto altro che annebbiarle ancora di più. Chi lo sa? Resta il fatto che hanno ancora molta strada da fare…ma anche tanta buona volontà. Torneremo a trovarli. Tra qualche tempo. Intanto l’appuntamento è tra un mese tra queste pagine sprizzanti di euforia ( che i tre amici le abbiano contagiate?).   

 

N°3 novembre 2000

            ESPLORANDO:                                            tornatene su

Il mondo dei gruppi parrocchiali

Puntata n°2

 

Eccoci qua ancora una volta, ancora insieme per parlare di ciò che più ci sta a cuore. No, questa non è una rubrica sportiva, bensì un’indagine sullo stato dei gruppi parrocchiali e delle persone che li compongono.

Oggi vi proponiamo l’intervista a colui che si può definire l’animatore simbolo della nostra Parrocchia e che tutta la diocesi ci invidia: Mazza, al secolo Marco Mazzaglia.

 

1.      Quando hai iniziato ad animare?            “In seconda superiore con l’oratorio, al secondo anno di università con i gruppi”.

                 

2.      Cosa è cambiato in questi anni?            “La struttura è sempre uguale. Forse adesso c’è un po’ più di partecipazione attiva alle iniziative ACI”.

 

Come è stato il passaggio dall’oratorio al gruppo?            “Non tanto traumatico, anche perché la maggior parte del gruppo veniva dall’oratorio e poi avevo già una storia di campi diocesani alle spalle. L’unico “problema” è stato l’aumento delle iniziative a cui bisognava partecipare”.             

4.      Pensi che quello che hai fatto sia servito a qualcosa?            “Solo il futuro potrà dirlo. Sarà la singola persona che potrà dire se l’esperienza che ha vissuto con me, anzi, col Signore, è stata determinante”.

5.      Cosa ti ha dato l’animare?                                                   “E’ stata una delle esperienze determinanti della mia vita, che mi ha arricchito tantissimo perché ho incontrato tante persone”.

6.      Lo rifaresti?                                                                                                     “ Ovvio!”

7.      Che rapporto hai avuto con le tue diverse partners di animazione?                                                                                                “Nonostante i caratteri molto diversi penso che il rapporto sia stato positivo, a partire da Roberta, con la quale ci compensavamo (lei ci sapeva fare con i genitori). Poi con Anna, Margherita e Cristina è stato molto bello: un educatore non può chiedere di più”.

8.      Come vedi il tuo futuro in questo campo?                                 “In parrocchia col gruppo giovani e  magari in ambito diocesano continuerò il discorso di animatore coi giovanissimi”.

9.      Che consiglio daresti ai tre neoanimatori del gruppo di II media?                                                                                             “Non perdersi mai d’animo anche se ci sono pasticci e a volte pensi che il gruppo non serva a niente”.

  1. Come ti vedi nel ruolo di animatore simbolo un po’ di tutta la diocesi?                                                                                            “E la domanda di riserva?”

Non so cosa ne pensiate voi, ma io sono senza parole.

 

N°5 gennaio 2001   

                  IL GIUBILEO                     torna soso

8 domande di Sganga a Don Paolo

 

 

1. Per quale aspetto ricorderai questo Giubileo?

 

Soprattutto per la gente che si è confessata: alcuni erano decenni che non si accostavano più a un confessionale, altri avevano dei pesi sulla coscienza che si trascinavano da anni e, finalmente, si sono lasciati perdonare dal Signore.

 

2. Se potessi tornare a un anno fa: cosa cambieresti? Cosa lasceresti? Perché?

 

Cambierei il mio modo di vivere il Giubileo: penserei di più a come viverlo bene io, prima di volerlo insegnare agli altri, perché mi convinco sempre di più che le cose che riesco di più a trasmettere sono quelle che faccio io per primo. Lascerei la possibilità eccezionale di avere numerosi confessori a disposizione, com’è capitato per l’ostensione della Sindone, perché è lì che ho visto i frutti migliori del Giubileo.

 

3. Ti aspettavi le folle oceaniche? Perché?

 

Mi aspettavo le masse di pellegrini a Roma, perché immaginavo che molti cattolici, in Italia e nel mondo, avrebbero approfittato del duemila per fare il pellegrinaggio alla porta santa. Ma non avrei detto che i giovani,  col papa a Tor Vergata, avrebbero raggiunto i due milioni: è stato davvero impressionante. Mi spettavo più gente a Torino per l’ostensione della Sindone, sulla scorta di come era andata nel 1998: ma a soli due anni di distanza, non era realistico aspettarsi di più.

            . Tra fede e superstizione: che cosa avrà prevalso?

 

La fede, anche se vissuta a diversi livelli di maturità. Il Giubileo è stata un’occasione straordinaria proposta a tutti per mettere al centro della nostra vita Gesù. Ciascuno l’ha fatto con la profondità di cui è capace all’interno del proprio cammino di fede.

 

5. Cosa ne pensi di questo papa molte volte “star”?

 

Le “stars” diventano tali, volenti o nolenti, per l’attenzione che i mass-media riservano loro. Ma ciò che sta a cuore al Papa non è essere una “star”, bensì comunicare il vangelo di Gesù. I giovani della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma lo possono testimoniare: il papa ci ha sempre parlato del Signore; anche quando ha raccontato la sua esperienza personale, lo ha fatto per indicarci la via dell’incontro col Cristo. Trovo emblematico che, concluso il Giubileo il giorno prima, domenica 7 gennaio il papa non abbia voluta la diretta televisiva della celebrazione dei battesimi che tutti gli anni fa in occasione della festa del battesimo di Gesù.

 

6. Cosa diresti a quelli che considerano il Giubileo come un grande marketing di santini e indulgenze?

 

Per ciò che riguarda santini e affini, hanno ragione nel denunciare le esagerazioni e inevitabili speculazioni, ma hanno torto marcio nel liquidare con un facile luogo comune un fenomeno spirituale di così grande portata come il Giubileo. Per le indulgenze, ricordo che, a differenza dei tempi di Lutero, non sono legate ad alcuna prestazione economica, ma soltanto a esigenze e segni di tipo spirituale (pellegrinaggio, preghiera, Riconciliazione e Messa). Sempre dal punto di vista spirituale, è vera la preoccupazione che il Giubileo non si riduca a lucrare formalmente le indulgenze, trascurando la realtà che dà loro valore: la potenza radicale del perdono di Dio Padre, che ci spinge a cambiare vita secondo il vangelo.

 

In questi giorni è tanto pubblicizzato il grande festival religioso indiano: in che rapporto lo collochi rispetto al nostro Giubileo? Come lo giudichi?

 

Dalle poche cose che ho letto e visto in televisione, non c’è nessun rapporto diretto col nostro Giubileo: d’altronde, parliamo di una religione molto diversa dalla nostra. Mi sembra ci siano dei rimandi indiretti nel fatto che si celebra con una scadenza non frequente (ogni dodici anni; il Giubileo ogni venticinque) e nel fatto che, ricordando un gesto di benevolenza divina, inviti gli indù a bagnarsi nelle acque come segno di purificazione della propria vita (può richiamare, mutatis mutandis, alcuni aspetti del Giubileo, come la misericordia del Signore e l’invito al pentimento e alla conversione). Non mi permetto di giudicarlo, perché non lo conosco; l’impressione è che si tratti di un sano gesto religioso, che chiede di essere compiuto con sincerità.

 

8. Ritorno alla vita normale; un consiglio per tutti.

 

Quello che ha dato il nostro arcivescovo Severino POLETTO alla Messa di chiusura del Giubileo torinese, cioè far diventare un tesoro permanente tre doni particolari che il Giubileo ci ha offerto: devono continuare il nostro cammino verso la salvezza (il pellegrinaggio), il nostro incontrare Gesù (la Porta Santa) e il fascino della riconciliazione (l’indulgenza).

 

N°6 marzo 2001

Dopo le gozzoviglie del dopoMusicAssieme:

IL VINCITORE                 torna suso

10 domande di Sganga a Luca de Chiara

 

 

 

1.      perché hai partecipato a MusicAssieme?                                                                                                                                                                Perché partecipo già da due anni                                                                

2.      perché hai cantato quella canzone?(time of your life, ndr)                                                                                                                                         l’avevo scelta perché sapevo suonarla, ma non riuscivo ad andare a tempo con gli altri, così non l’ho suonata, ma ormai avevo scelto quella.                                                                                                           

3.      perché hai questo nuovo taglio di capelli?                                                                                                                                                                    Quando venerdì abbiamo fatto le prove, mi hanno dato del Carmen Consoli e del Ringo Star, così mi sono rapato. Anche per sentire la brezza marina sulla pelle della testa.                                                              

4.      tieni molto alla tua immagine?                                                                                                                                                                          Non credo, anche perché, da quando mi chiamano President, io stesso ho perso molta stima di me stesso.

5.      Ti sembra di cantare bene?                                                                                                                                                             Ma…non lo so, io non mi sento quando canto.            

6.      Che cosa pensi dei tuoi avversari che hanno perso?                                                                                                                                    Penso che avrebbero maritato di vincere. Credo ci sia stata una grande competizione…dal punto di vista qualitativo.                                       

7.      suoni qualche strumento?                                                                                                                                                              La chitarra.                                                                                            

8.      pensi che parteciperai anche il prossimo anno?                                                                                                                         Penso di sì.                                                                                                                          

9.      cosa hai provato nel momento in cui hai saputo di aver vinto?                                                                                                 Sono stato contento. Ho ripensato subito a quello che avevano detto Stefano e Maurizio (rispettivamente il tastierista ed il chitarrista della band di appoggio, ndr): “Se tu suoni questa canzone non vinci di sicuro!”                                                         

10. a chi dedichi questa vittoria?                                                                                                                                                                   Non ho la presunzione di dedicarla a nessuno, ma la dedico a L’Artiglio e a quelli che mi hanno detto di non suonare.

 

N°7 aprile 2001

 

ESPLORANDO NELLA TANA                torna suso

10 domande di Sganga a Emanuele C.

 

 

1.      Da quanti anni fai servizio in parrocchia?Perché?

Sono ormai quasi sette anni. Perché credo che la parrocchia sia non solo un posto dove trovare amici con cui crescere e divertirsi, ma anche un luogo dove mettere a disposizione della comunità il proprio tempo, la propria voglia di fare e le proprie capacità… Di voglia ne ho tanta, di tempo cerco di averne, sulle capacità… faccio del mio meglio e lascio il giudizio agli altri!

 

2.      Come hai incominciato?

Ma, più o meno come quasi tutti… Un po' di servizio all'interno del gruppo, quando ancora esisteva il gruppo di noi cariatidi. Poi un annetto di oratorio, ma la passione (perché è così, mi appassiona!) per la liturgia si è fatta sentire e sono passato al Grulli… e da lì ho continuato, occupandomi soprattutto di liturgia come faccio tuttora: è la mia principale attività, anche se non l'unica… ogni tanto mi occupo anche di altre cose

3.      Ti è mai venuto in mente di smettere? Perché?

Ma, guarda, la voglia di smettere viene sempre, ciclicamente, quando si è più stanchi o ci si demoralizza un po', e questo credo capiti a tutti, qualsiasi sia il servizio che si fa. Certo, ogni tanto ho l'impressione di fare qualcosa che alcuni non considerano importante quanto lo considero io… Ma in realtà poi questo mi sprona solo a darci ancora più dentro, con la speranza di riuscire a trasmettere qualcosa. Sinceramente, non credo molto al discorso dell'età, quello per cui a un certo punto si è troppo vecchi per fare servizio in parrocchia: semmai, è il tempo che comincia a scarseggiare. Fermo restando il fatto che se / quando qualche giovane virgulto si fa avanti per fare al posto mio cerco molto volentieri di lasciare spazio, perché credo che molte esperienze siano parecchio formative…

4.      Come ti immagini il futuro? Perché?

Ma, guarda… Una persona una volta mi ha detto una frase che trovo molto bella: "Vivi ogni momento, fai ogni cosa come se fosse non l'ultima, come solitamente si dice, ma l'unica!" Quindi non penso moltissimo al futuro, se non per quello stretto indispensabile che serve a prepararsi la vita (studio che poi diventa lavoro, per intenderci).

 

Cambieresti qualcosa nel mondo? Perché?

Sei peggio di Marzullo! Credo che tutti cambieremmo qualcosa nel mondo. Con tutto quello che non va… ricchezza male distribuita, guerre, razzismo… Ti dico una cosa che credo cambierebbe il mondo: personalmente mi piacerebbe che ci fosse più coraggio e meno ipocrisia nei rapporti tra le persone… Credo che oggi si abbia troppa paura di manifestare i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri valori. Ma non sono proprio queste le cose più importanti e più belle di una persona?

6.       Cambieresti qualcosa in parrocchia? Perché?

Beh… la parrocchia fa parte del mondo, no?

7.       Che musica ascolti? Perché?

Finalmente una domanda meno complicata! Beh, guarda, ho gusti un po' vecchiotti: Baglioni, Battisti (prima che abbandonasse Mogol!), De Andrè, Beatles, Sting, Ruggeri… Non mi piace molto la musica contemporanea, soprattutto quella da discoteca, anche se poi ascolto un po' di tutto…

8.      Ti arrabbi spesso? Perché?

Guarda, questa domanda mi fa veramente piacere! Ho la nomea di essere uno che si arrabbia sempre, che brontola… Che io sovente brontoli peggio di una pentola di fagioli, è vero, così come è vero che ho un carattere non certo dei più facili. Ma ti posso assicurare che è molto molto raro che io mi arrabbi veramente; purtroppo sono molto "trasparente", nel senso che non sono molto capace a mascherare quello che provo, quindi quando qualcosa mi gira male si vede lontano un miglio, e me ne dispiace, perché poi sembra che ce l'abbia col mondo intero, quando non è assolutamente così! Comunque, conoscere i propri difetti significa essere a metà strada per combatterli, e io su questo ci lavoro quotidianamente…

9.      Ti piacerebbe diventare padrone del mondo? Perché?

Per carità… E poi che me ne faccio?

10. Credi che le precedenti domande abbiano una connessione logica? Perché?

Ti dirò, non saprei spiegare il perché, ma rispetto alle tue precedenti interviste, mi sembra che questa abbia una certa logica. Stavo infatti preoccupandomi: va tutto bene, Sganga?

 

N°8 giugno 2001

QUANDO CI VUOLE CI VUOLE!                     torna suso

10 domande telefoniche di Sganga a Sganga

 

 

 

1.     Come stai?                                                                                                                                       Abbastanza bene, grazie.

 

2.     Perché l’hai fatto?                                                                                                                         Fatto cosa?

 

3.     Perché hai deciso di “creare” L’Artiglio?                                                                                      Essenzialmente perché non avevo di meglio da fare nel tempo libero, ma, a parte questo, perché sono contrario ai monopòli: bisogna creare delle alternative perché le persone possano scegliere cosa leggere. Solo così si può sperare di crescere e migliorarsi.

 

4.     Te la senti di tracciare un bilancio dopo un anno di “vita”?                                                                     Credo che a questa domanda possa esaurientemente rispondere la nota di redazione in seconda pagina: abbiamo mantenuto le nostre aspettative.

 

Progetti per il futuro de L’Artiglio?                                                                            Certamente quest’anno abbiamo cercato di valutare le nostre capacità e affinare le tecniche anche tentando qualche sbocco di serietà. Per l’anno che verrà abbiamo già in cantiere proposte interessanti di cui già abbiamo dato avvisaglie sullo speciale di maggio. Certamente non deluderemo i più goliardici fra i nostri lettori, ma, al contempo, offriremo spunti per riflessioni non da poco.

 

5.     Pensi che qualcuno legga L’Artiglio?                                                                                      Io lo faccio molto volentieri.

 

6.     Pensi che qualcuno apprezzi le vignette?                                                                                          Diciamo pure che all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà, ma penso che ci siano stati dei progressi visibili. Non per vantarmene, ma penso che “Marcella la bidella” potrà avere “successo” se ci lavoreremo un po’ intensamente.

 

7.     Com’è il tuo rapporto con gli altri della redazione?                                                                           Ci scherziamo a vicenda e ci mandiamo insulti in continuazione…ovviamente scherzo: la nostra è una amicizia che va affinandosi nel tempo, penso.

 

8.     Vi ha mai scritto qualcuno?                                                                                                                 Devo con orgoglio ammettere di sì, una sola persona (dovutamente ricordata nei ringraziamenti), ma con un grande cuore, certamente.

 

9.     Fatti una domanda e risponditi.                                                                                                                                                                                                                                                     Vai al concerto di Baglioni l’11 giugno?                                                                     Sfortunatamente non ho trovato più biglietti, ma se qualcuno dei lettori avesse ammanicamenti mi può sempre contattare. Il nostro indirizzo l’avete.

 

Grazie                                                                       Prego

 

TRA LUKE E PRESIDENT                                                 torna suso

10 domande di Sganga a Luca de Chiara

 

 

1.      Cosa hai regalato ad Artiglio per il suo primo compleanno?                                                               Una cravatta           e un calzino.

 

2.      Cosa ti ha spinto a creare L’Artiglio?                                                                                         Mi ha spinto l’amore per la verità che fino al 9 giugno 200 (data creazione Artiglio, ndr) era stato offuscato dalla sete di business della  già presente pubblicazione parrocchiale.

 

3.      Pensi che piacciano i tuoi disegni?                                                                                                        A me piacciono e dopo alcuni buchi nell’acqua come chaud e froid ed il pupazzo Artiglio è giunto il meritato successo con marcella la bidella.

 

4.      Ti senti più Luke o President?                                                                                                    Più Luke

 

5.      Ti hanno mai fermato chiedendoti lo scalpo?                                                                        No, mi ha fermato alla stazione l’antidroga e chiaramente sono risultato negativo ai test.

 

6.      Preferisci cantare o disegnare?                                                                                                              Tutti e due, però preferisco suonare più che cantare, più che altro mi piace la musica in generale.

 

7.      Pensi che abbiano senso duo “giornali” parrocchiali?                                                                         No, per questo è nato L’Artiglio.

8.      Ti sei impegnato molto quest’anno per L’Artiglio?                                                                              In realtà no, ho curato solo la parte delle vignette senza grossi risultati se non per marcella la bidella.

 

9.      E’ vero che sei un specialista del fumetto?                                                                                              Si, sono anche iscritto alla Anonima fumetti (associazione nazionale professionisti del fumetto).

 

10. Cosa auguri a L’Artiglio per il prossimo anno?                                                                                     Di…come dire… gli auguro di avere più disegni fatti da me e soprattutto spero in più rubriche curate da nuovi collaboratori.

 

N°9, ottobre 2001

10 DOMANDE DI SGANGA A DON UGOtorna suso

 

Benvenuto alla Crocetta!

 

1.     Da quale Parrocchia arrivi?

- Arrivo dalla parrocchia SAN GIOACCHINO, corso Giulio Cesare 10 bis, Torino, tel. 011 - 436.58.31, fax 011 - 436.28.46, appena dietro Porta Palazzo

2.     Avevi già sentito parlare della Crocetta?Come?

- Avevo già sentito parlare della Crocetta, in genere parlandone con qualcuno, e ci ero già stato per alcuni momenti di preghiera diocesani.

 

3.     Com’è la tua prima impressione?

- La mia prima impressione è stata ipressionata dal tavolo dell'ufficio del vice parroco.

4.     Com’è stato dovertene andare dalla tua vecchia Parrocchia?

- No comment.

 

5.     Secondo te, è calzante il paragone tra un sacerdote ed un allenatore di calcio?Perché?

- La scorsa settimana ho comprato al supermercato dei calzini neri di cotone: penso che càlzino meglio questi calzini che il paragone tra sacerdote e allenatore di calcio.

 

6.     Suoni qualche strumento musicale?

- Strimpello la chitarra, suono molto meglio il campanello.

 

7.     Hai mai frequentato gli scout?Perché?

- Ho fatto finta di frequentare gli scout quando avevo 7 anni e solo per qull'anno: ci andavano dei miei amici.

 

8.     Hai un soprannome?

- ...in ogni caso, mi guarderei bene dal dirlo...

 

9.     Sai giocare a calcio? In quale ruolo?

- Gioco a calcio nel ruolo di "scarso".

 

10. Un tuo pensiero per noi…

- Nella vita, bisogna sempre guardare la palla in alto.

[ Suggerimento di Sganga:facendo attenzione alle spinte da tergo]

 

10 DOMANDE DI SGANGA A DON PAOLOtorna suso

 

1.   Ti aspettavi di essere trasferito? Perché?

Non mi spettavo di essere trasferito, perché, quando me l’hanno chiesto (mercoledì 29 agosto), l’estate era quasi finita e, quindi, pensavo che, almeno per quest’anno, avessero ormai deciso di lasciarmi alla Crocetta. E invece…

2.   Ti ricordi cosa hai provato la prima volta alla Crocetta?

La prima volta che ho detto Messa la domenica alle 10,00 ero molto emozionato e timoroso del giudizio dei parrocchiani, soprattutto dei giovani. Tant’è che, senza accorgermene, feci saltare il Credo e mi venne un po’ di raucedine, al punto che a fatica riuscì a dire la preghiera eucaristica.

Insomma, l’emozione e la paura di sbagliare erano i sentimenti dominanti…

3. Le tue aspettative si sono avverate o no?

Alcune sì, alcune no. Ma ciò che è più vero è che ho dovuto imparare che le aspettative di Dio sono diverse dalle mie e, soprattutto, che le sue sono decisamente più importanti.

4.   Ti lasciamo un buon ricordo?

Eh! La prima parrocchia non si scorda mai… Sì, in generale me ne vado con un buon ricordo di voi: certo, nessuno è perfetto, ma abbiamo condiviso non poche cose insieme che, almeno un po’, ci hanno dato la possibilità di crescere.

5.   Ti ricorderai di noi?

Che domanda: certo che mi ricorderò di voi! Spero di non farlo, però, con tristezza e malinconia, ma con gratitudine per quello che, qui, il Signore ci ha regalato.

6.   Come pensi sarà la tua nuova Parrocchia?

Meglio organizzata, più frequentata dai giovani, con più persone disponibili al servizio, finalmente con ben due - non dico cori -, ma corali! (una composta da giovani intonati e una da adulti), ecc. Insomma, una parrocchia per cui valga la pena lasciare la Crocetta (non so se mi spiego…).

7.      Potremmo venire a trovarti?

Sì, ma solo in orario d’ufficio e su appuntamento.

8.   Pensi che sarà difficile fare il parroco?

Sì, molto. Ma so che il segreto per farcela sta nella preghiera, nella fede e nell’umiltà di saper ascoltare, saper molto ascoltare le persone.

9.      Diventerai Papa?

Può darsi, comunque non in un futuro troppo prossimo, perché ho già altri progetti.

10. Un pensiero per noi….

Tutti sono utili, ma l’unico indispensabile è Gesù Cristo: gli amici che ci aiutano a credere nel suo Vangelo e a metterlo in pratica, rimangono amici per sempre, come Lui rimane per sempre.

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10 DOMANDE AD ANNA

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  1. Cosa provi ad essere il neopresidente del Consiglio parocchiale di azione cattolica?

 

Mi sento un po’ commossa e un po’ preoccupata…ma la presenza in consiglio parrocchiale di alcuni loschi figuri di mia conoscenza mi ha incoraggiato ad avanzare la candidatura…

 

  1. Come trovi l’ex presidente?

 

Credo che l’ex presidente abbia un carisma difficilmente emulabile da chiunque…quindi, citando il nostro esimio ex vice parroco…io vengo semplicemente “dopo”

 

  1. Pensi che sarà facile? Perché?

 

Bè sì …innanzitutto perché si tratta solo di continuare in una direzione già tracciata, e poi perché fare l’Ac  è sempre più facile che non spiegarla…

 

  1. Cosa hai mangiato a colazione stamattina?

 

Stamattina ho fatto tre colazioni: a casa ( h 6.10) …cornflakes e latte freddo, poi a Porta Susa ( h 6.40)… brioche alla marmellata, e infine a Milano ( h 9.10) con un cappuccino.

 

  1. Qual è il tuo programma per i prossimi tre anni di presidenza?

 

Riuscire a non trasformare la parrocchia e tutto quello che le è collegato in un ufficio “complicazione affari semplici”…lavoreremo in questa direzione…chiaro vero?!?!

 

  1. Cosa pensi dei tuoi neocollaboratori?

 

Come dicevo è la loro presenza che mi ha spinto a  candidarmi…in realtà ( ma non dirlo a nessuno) saranno loro a fare tutto il lavoro, io mi limiterò a coordinarli!

 

  1. A cosa serve la tessera dell’azione cattolica? (in breve)

 

Ad comprare l’abbonamento al teatro Stabile usufruendo dello sconto “Associazioni” (…il che vuole dire un risparmio di £40.000), a ricevere la Stampa associativa, e ad un altro numero di cose di minore importanza…

 

  1. Perché ti sei iscritta la prima volta?

 

Devo confessare che ho aderito per la prima volta in seconda elementare…ed ero all’oscuro delle reali conseguenze di quel gesto!

 

  1. Pensi che ti sia servito a qualcosa?

 

Bè spero di sì…mi sono fatta molti amici…e credo anche qualche nemico…ma questa è un’altra storia.

 

  1. Credi che dovremmo andare di più al cinema? A vedere cosa?

 

Sì. Per amare il cinema bisogna conoscerlo…e per questo consiglio a tutti, aderenti e non, la frequenza del ciclo di film “guerra e pace”, in programmazione nella sala polivalente della nostra parrocchia!

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  1. come si stava a Roma dopo il goal di Totti al Toro?

 

Ma, diciamo bene… , non sono andato proprio in giro per Roma con la maglia del Toro gridando “Vengo da Torino e tifo per i granata” (anche se Emilio l’avrebbe fatto); però ho incontrato un gruppo di romanisti in treno che mi ha subito accolto bene già solo per il fatto di non essere un gobbettino. Hanno per giunta riconosciuto il fatto che il TORO avesse rischiato di pareggiare meritatamente negli ultimi minuti (accidenti a Galante). Ancora più divertente è stato lo scambio di opinioni con l’autista dell’albergo che ci portava negli studi, un tipico romanaccio, che mi pregava (come se io avessi un’influenza particolare sul nostro squadrone) solamente di battere la Lazio tre settimane dopo (Lucarelli gol -e che gol!!!-, Torino Lazio 1-0 tanto per la cronaca).

 

  1. Ma ti pagavano anche il frigobar?

 

No, anzi mort… loro (espressione tipicamente romanesca, tanto per restare in tema). Mi sono ritrovato con 5 euro di spese extra perché Denghiu ogni sera si faceva portare uno schifo di dolce (non mi chiedete quale sia, l’ho assaggiato una volta ed ho rischiato di morire: dicevano che ci fossero gorgonzola aglio e cipolle, ma la ricetta è sempre rimasta segreta, per fortuna a buon dire L). Comunque, per buona pace di mio padre, aspetterò che nel giro di soli sei mesi mi risarciscano il viaggio…

 

  1. E’ vero che Papi ha un ascesso sul premolare sinistro?

 

No, però porta il panciotto, si fa truccare in modo che non si vedano le fossette (ah ah) ed ha una gran bella faccia da… “bravo ragazzo”.

 

  1. Roma di notte: paragone con Torino.

 

Il mio albergo non era proprio a Roma, era a Bagni di Tivoli una specie di paesino grande quanto Ceres con tutte le frazioni (ridente località nelle Valli di LanzoJ), ma un sacco bbello e con tanta ggente. Una sera siamo andati in un Pub gestito da una rumena, dove si sentiva musica rumena, si servivano specialità rumene: unico problema la conversione in euro ed il pagamento: si erano dimenticati di andare a chiedere il kit per commercianti e non riuscivano a dare resti; così chi non aveva i soldi giusti se ne è andato via senza pagare…

 

  1. Chi canta: “Mi manchi” ?

 

In realtà era un’ottima opportunità per promuovere il mio primo singolo: una cover per l’appunto della celebre canzone di Fausto Leali cantata sulla base di “Italia” di Mino Reitano: la troverete nei migliori negozi di musica nelle prossime settimane a prezzo ridotto se dite che siete amici di Maurizio. Era tutto fatto apposta, anch’io devo sfruttare tutte le mie apparizioni televisive per promuovere i miei lavori…

 

  1. E’ vero che hai incontrato Vanna Marchi?

 

Sì, e quando le ho detto che non ero d’accooooooooorrrrrdooooooooo con quello che lei faceva ha deciso di cambiare vita, ma poi è arrivata la guardia di finanza e non ha voluto credere alla sua conversione ed a quella del genio del male (il vero organizzatore di tutta questa truffa)

7.      E i Simpson?

 

Quando ho visto un uomo con un cappotto di pelle rosso scuro ho detto: “Quell’idiota non può essere che Bart”… dimenticavo che al mondo c’è anche Papi

 

8.      E’ vero che le vallette sono tutte siliconate?

 

Qualcuna sarà anche siliconata, comunque…

 

9.      Ci hai provato con Denghiu?

 

Ho messo da parte qualsiasi tentazione quando ho assaggiato il dolce di cui sopra…

 

10.   Perché non hai invocato Medioman?

 

Perché aiuta solo le vedove e mi sta anche abbastanza sulle…. L’unica che mi avrebbe potuto aiutare sarebbe stata l’onorevole (???…!!! L) Letizia Moratti, che avrebbe potuto cambiare il ciclo delle mie canzoni con quelle di Denghiu)

 

11.   E’ vero che Papi faceva gesti sconci? Perché?

 

La simpatia di quell’uomo è qualcosa di sottilissimo ed impenetrabile… Mi fanno pena la moglie e la figlia, con un uomo così maturo.

 

12.   Meglio vincere il montepremi o uscire con le vallette?

 

Ma dallo studio sono uscito con le vallette, quindi mi manca solo il montepremi…

 

13.   Perché non ci hai salutati? (se vuoi puoi farlo adesso)

 

Ma siete voi che non avete notato che sull’ormai celeberrimo maglione che Papi mi voleva far togliere c’erano scritti i nomi di tutti quanti voi, degli animati e dei miei compagni di università, ecco perché non lo volevo togliere!

 

Comunque… un saluto da tutti quanti da Maurizio e… le vallette (dovevo pur portarmi un ricordino a casa, no?)

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10 DOMANDE DI SGANGA A PIERA torna sopra

 

  1. Ciao Piera, come è nato questo soprannome?

Beh... pur non essendo un soprannome... è un nome che nella storia ha subito alcune diverse inflessioni, a seconda di chi lo pronunciava... gli amici Guido e Federico, per esempio, anni fa sono arrivati a scandirlo faticosamente  protaendo l’emissione della voce per alcuni minuti (non è possibile la trascrizione per iscritto! Chi non ha mai avuto il piacere di sentirli... potrà apprezzare un assaggio chiedendo loro una breve dimostrazione), mentre Grisù in modo sintetico mi chiamava Pioë; per un po’ di anni, invece, le lettere che annunciavano il gruppo educatori piuttosto che un’assemblea di AC mi venivano recapitate alternativamente con l’intestazione Pieura, Piöura, Pierina, a seconda di chi le mandava, ed attualmente c’è chi prosegue a chiamarmi con queste varianti o azzarda innovativi nomignoli... il più recente dei quali è Piccolo diesel!

  1. Lo sai che si dicono di te molte cose?

Curioso!!!

  1. Ti piace il formaggio con le piere?

Ringrazio Emanuela Locatelli che ha coniato questo ritornello a un campo giovanissimi -forse il primo in cui davo una mano in cucina- e che ancora oggi a distanza di anni, continua ad essere in auge. Personalmente non apprezzo molto l’abbinamento culinario salato-dolce... sono della serie “W l’insalata”!

  1. Lavori ancora per quella rivista francese di auto di lusso?

Continuo a lavorare per l’agenzia di servizi editoriali che mi aveva affidato le traduzioni per la DeAgostini su auto d’epoca e sportive... ma ahimè (!?!), la consegna risale a un annetto fa... e ormai ho rimosso tutte le notizie tecniche su macchine di cui a stento ricordo il nome: DeTomaso Longchamp, Kieft Roadster, Peugeot 404 Cabriolet, Bugatti Type 51, Cisitalia 202...

  1. È vero che studi da sambernardo?

Geniale come definizione!!! Ebbene sì, l’ “addestramento” per lo scialpinismo è lungo: ho iniziato, dopo entusiasmanti uscite a carattere famigliare, con un corso del Cai Uget una decina di anni fa, ed ora continuo... anche con un’altra associazione, la Giovane Montagna (tra l’altro cara al nostro Pier Giorgio Frassati che ne era fervente socio!). In inverno e primavera facciamo gite di scialpinismo (per intenderci si sale con le pelli di foca sotto gli sci e poi si scende per i pendii sulla neve fresca, non battuta dai gatti delle nevi!) e poi verso giugno-luglio, quando siamo sufficientemente allenati, andiamo sempre più in alto... in cordata, verso i ghiacciai... toccando e ogni tanto sorpassando di un po’ qualche 4000 delle nostre Alpi!!!  

  1. Lo fai per sport, perché ti piace farti un goccetto, o altro?

Semplicemente perchè ho una decisa passione per la montagna, non importa in quale stagione ci si trovi, e per il movimento all’aria aperta in generale... (w la bicicletta dai monti al mare!!!). Componenti essenziali per andare in montagna “da sambernardo”, come piace a me... oltre al cicchetto sono: andarci in compagnia, in sicurezza (per quanto si può), con calma, studiando bene i percorsi, e poi... come suggerisce una nota preghiera, apprezzare e  ringraziare il  Signore per...                “le gioie, che riceviamo dalle montagne,

per la fatica che è scuola,

per la soddisfazione che si ha quando si raggiunge la cima,

per quel senso di contemplazione che prende poi a guardarsi intorno,

e a sprofondare nell’orizzonte”,

facendo bene attenzione che                “la montagna non diventi un altro possibile momento di egoismo

                                                               e che la cordialità, l’amicizia e la disponibilità

che in montagna diventano un fatto spontaneo, lo siano nella vita quotidiana”!!!

  1. Pensi che una risata faccia bene alla salute?

 Credo fermamente che una sana e spontanea risata non solo faccia bene, ma che sia proprio vitale! E se non è sempre il caso di una risata, stessa cosa vale per il sorriso! Tutto in questo campo è terapeutico... per te (ogni tanto è bene sapersi fare una risata anche da soli!), e sopratutto per chi hai di fronte.

  1. Perché?

Perchè rasserena, carica, eventualmente scarica, e prontamente (l’effetto è davvero immediato!) fa sentire in sintonia con gli altri e vedere tutto più chiaro, piacevole e luminoso!

  1. Visiti spesso il sito de L’Artiglio? Come lo trovi?

Spesso, mi sembra una parola un po’ forte... ogni tanto mi sembra più appropriato. Che dire? Il mondo è bello perchè è vario!

  1. Perché impieghi alcuni tuoi venerdì sera al mese con dei ragazzacci balordi?

Beh, perchè... non si finisce mai di crescere! E farlo anche e ancora in parrocchia... ha un “gusto” tutto particolare...

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10 DOMANDE DI SGANGA A SGANGA

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intervista effettuata tramite videoconferenza

  1. Due anni di Artiglio, come ti senti?

Devo ammettere che è stato faticoso, ma è un traguardo ragguardevole, anche se, certo, non mi sento arrivato. Anzi, ciò che abbiamo fatto fino ad adesso e le reazioni ottenute sono uno stimolo per andare avanti e migliorarci sempre. Sono contento!

 

  1. Quando hai iniziato questa avventura ci credevi che sarebbe durata così a lungo?

Penso che altrimenti non avrei nemmeno iniziato…di solito faccio progetti a lunga scadenza.

 

  1. Cosa credi che sia cambiato in questi due anni?

E’ certamente cambiato molto, a partire dal numero dei membri della redazione e dei collaboratori. E’ molto positivo il fatto che ci siamo ampliati, anche se non ancora abbastanza. D’altra parte, però, sono rimasti invariati i valori di partenza.

 

  1. Cosa va?

Sarei tentato di dire che va tutto alla grande…in realtà quello che va veramente bene è l’affiatamento del gruppo di redazione. Credo che sia molto importante.

 

 

5.        Cosa non va?

Certe volte si fa un po’ fatica ad organizzare il lavoro, altre volte la stampa non viene poi così bene…a dirla tutta, ultimamente, si sono sviluppate pericolose tendenze calciofile all’interno della redazione stessa, cercherò di evitare il peggio!

 

6.        L’Artiglio si schiererà?

Dato che non mi sono mai piaciuti gli ignavi lo credo indispensabile, ma solo in modo da non offendere nessuno e soprattutto resterà indifferente su temi futili (almeno a livello di collettivo), mentre, come al solito, senza toccare la politica, cercherà di far ragionare i suoi lettori sugli aspetti più vari della vita di tutti i giorni e sullo spazio di infinito che ci sta attorno.

 

7.        Cosa pensi delle critiche?

Quelle intelligenti fanno bene, le altre ti feriscono e ti lasciano deluso. Comunque in entrambi i casi qualcuno ha letto ciò che scriviamo: è importante!

 

8.        Cosa ti è rimasto più impresso?

Se veramente vuoi saperlo, ciò che non scorderò mai…oops, me lo sono dimenticato!

 

9.        Se potessi esprimere un desiderio per l’Artiglio, cosa chiederesti?

Non c’è dubbio che chiederei una stamperia, ormai da tempo immemorabile in cima alla lista degli acquisti da fare se qualche anima generosa vorrà offrirci un’eredità milionaria.

 

10.        Perché a volte scrivi cose incomprensibili?

Volendo trovare qualcosa del mare stando in montagna, potresti sempre comprare delle diapositive al plastico siliconato di dinamite incandescente e fonduta al cioccolato…

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